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Matteo
Soltanto,
scenografia
per:
IL VERO
AMICO
di Carlo Goldoni
con
Massimo
De
Francovich, Gianna Giachetti,
Lorenzo
Lavia,
Francesco Bonomo,
Federica
Rosellini,
Massimo Di Michele,
Dajana
Roncione,
Daniel Dwerryhouse
Regia
- Lorenzo Lavia
Scene
- Matteo Soltanto
Musiche
-
Paolo Daniele
Costumi
- Alessandro Lai
Luci
- Pietro Sperduti
Aiuto
regista
- Maddalena Maggi
Assistente
alla
regia - Maria Lavia
Trattamento
pittorico
- Matteo Soltanto
Direttore
di
scena - Andrea Sorbera
Capo
elettricista - Marco
Laudando
Capo
sarta - Antonia Rodo
Segretaria
di
produzione - Grazia
Lorusso
Direzione
amministrativa - Anita
Bartolini
Realizzazione
scena
- La Tecnica srl
Produzione:
Teatro e Società, Roma
in
collaborazione
con Festival Teatrale
di Borgio Verezzi
|
Matteo
Soltanto,
set
design
for:
THE
TRUE FRIEND
by Carlo Goldoni
with
Massimo
De
Francovich, Gianna Giachetti,
Lorenzo
Lavia,
Francesco Bonomo,
Federica
Rosellini,
Massimo Di Michele,
Dajana
Roncione,
Daniel Dwerryhouse
Direction
-
Lorenzo Lavia
Set
design
- Matteo Soltanto
Music
-
Paolo Daniele
Costumes
- Alessandro Lai
Light
design
- Pietro Sperduti
Assistant
director
- Maddalena Maggi
Assistant
director
- Maria Lavia
Pictorial
realization - Matteo
Soltanto
Stage
director - Andrea
Sorbera
Electrician
in
chief - Marco Laudando
Tailor
in
chief - Antonia Rodo
Production
secretary - Grazia
Lorusso
Administrative
director
- Anita Bartolini
Set
construction
- La Tecnica srl
Production:
Teatro e Società, Roma
in
collaboration
with Festival Teatrale
di Borgio Verezzi
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PRIMA
NAZIONALE
FESTIVAL
TEATRALE
DI BORGIO VEREZZI
23
LUGLIO 2014
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PREMIERE
BORGIO
VEREZZI
THEATRE FESTIVAL
JULY
23RD, 2014
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STAGIONE
2014/15 |
SEASON
2014/15 |
Agosto
2014
12,
Plautus
Festival, Arena Plautina,
Sarsina (Fc)
Aprile 2015
dall'8
al
12, Teatro Goldoni, Firenze
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August
2014
12,
Plautus
Festival, Arena Plautina,
Sarsina
April 2015
from
7th
to 12th, Teatro Goldoni,
Florence
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IL VERO
AMICO - Note di regia, di Lorenzo Lavia
Quando mi
chiedono come mai hai deciso di portare
in scena Il Vero Amico la mia risposta
e' "perche' fa ridere" e senza falsi
giri di parole e' stato questo il vero
ed anche il primo motivo per la scelta
del testo. Ma e' anche vero che il riso
e' solo l'effetto di un pensiero molto
più profondo e non si può fermare
solamente a questo, specialmente quando
si affronta un grande autore della
nostra tradizione teatrale come Carlo
Goldoni, ed essendo un autore che scrive
in lingua italiana non semplifica la
messa in scena.
Quando
mettiamo in scena un autore straniero,
specialmente un classico, si ha la
"fortuna" di poterlo tradurre e quindi
di estrapolare il vero significato della
parola, specialmente se si tratta di un
linguaggio antico. Gli inglesi invidiano
gli attori degli altri paesi perche'
possono tradurre
Shakespeare
e
non essere costretti ad un verso ed un
ritmo che spesso toglie il vero
significato della parola, e l'essere o
non essere ne e' un chiaro esempio, o
come per noi vedere i sei personaggi in
cerca d'autore a Londra improvvisamente
ci sembra tutto molto piu' chiaro.
Io credo
che nel teatro di oggi siamo costretti a
tradurre, a trasportare, a tradire un
testo. Ma come si puo' tradurre
dall'italiano all'italiano, come si puo'
tradire per tirar fuori il pensiero se
anche io sono costretto dalla parola di
Goldoni come gli inglesi con quella di
Shakespeare?
Carlo
Goldoni verso la meta' del settecento
comincio' a porsi il problema dello
scarso successo delle sue opere
all'estero, come dice lui "talvolta
compatite" e attribui' la colpa al fatto
che il suo fosse un teatro "più di
dialogo, che di intreccio". Ed ecco il
vero Amico, l'esatto opposto. Un
intreccio molto divertente, ma
all'interno di questa storia fatta di
equivoci mette un personaggio di nome
Ottavio, anche lui padre, anche lui
"avaro", anche lui con il grande
problema della cassetta che sara'
fondamentale per lo svolgimento della
storia, dove ogni personaggio ha il suo
doppio e come sappiamo ogni doppio e' il
perturbante del suo corrispettivo, ma
esiste l'elemento del denaro e quindi
della cassetta come il vero perturbante
di tutti i personaggi e della storia. Ed
ecco come in un gioco di analogie
abbiamo: Ottavio, la cassetta,
"l'Avaro", Arpagone, un personaggio
scritto quasi cent'anni prima.
In una
diatriba dell'epoca Diderot fu accusato
di plagio nei confronti Goldoni, ma
Diderot accuso' di plagio Goldoni nei
confronti di Moliere, per aver copiato
il personaggio di Arpagone nel suo Il
Vero Amico. Goldoni non accetto' la
parola plagio dicendo che si trattava di
storie diverse, pero' nella sua onesta'
intellettuale in una lettera di risposta
a Diderot ammette la citazione, il gesto
d'affetto nei confronti dell'"Avaro". Ma
questo "gesto d'affetto" e' molto
importante all'interno della commedia.
E proprio
partendo da questo punto che ho risolto
il mio "problema" di dover
tradurre/tradire il testo aggiungendo in
due punti dello spettacolo delle battute
prese dall'Avaro che traducono e
tradiscono il testo, ma ci aprono anche
un mondo piu' nascosto del testo, senza
toccare le parole scritte da Goldoni e
sopratutto il mio primo intento, che
resta quello di far ridere il pubblico. |
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IL
VERO AMICO
(allestimento in interno)
TEATRO
GOLDONI,
FIRENZE
8
aprile 2015
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THE TRUE
FRIEND
(indoor
version)
TEATRO
GOLDONI,
FLORENCE
April
8th,
2015
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